Il mio Pride da “Cristiano Arcobaleno”

Laddove la chiesa vede scandalo, abominio e rifiuto, io vedo Cristo che cammina e marcia insieme a loro.

Avrei solo dovuto capirlo molto, ma molto tempo prima: per anni ho “recalcitrato contro i pungoli”, a voler citare la Scritture, combattendo contro me stesso e ostinandomi a voler appartenere a luoghi che non avevano posto per me, quando invece avrei dovuto comprendere che la mia “diversità” in un sistema di “omologati”, aveva tutt’altro scopo e ragione di essere.

“Semplicemente io, semplicemente loro; con me stesso e non contro me stesso, con loro e non contro di loro”.

E così, dopo un forte imbarazzo iniziale, prende il via il mio primo pride.

Me ne stavo nascosto, quatto quatto, dietro la mia macchina a fare selfie a sfondo mare con la mia bandiera riportante la scritta “Cristiani Arcobaleno” che svolazzava libera nel vento, quando un fotografo mi nota, si china, e fa per fotografarmi, a voler immortalare con me, quell’insolito motto sulla bandiera. Fatta la foto, timidamente mi tiro su e una ragazza, forse una blogger, mi si avvicina chiedendomi di potermi riprendere in un suo video mentre sventolo la mia bandiera. Orgoglioso e fiero, mi dico: “ma vuoi vedere che, forse forse, funziona per davvero?”

Acquisto sicurezza e mi butto tra la folla che va via via compattandosi ed ecco avvicinarmisi un amico che con stupore mi fa:

«Ma che ci fai con una scritta “Cristiani Arcobaleno” qua in mezzo?»

«Porto alta la mia bandiera!», è la mia risposta sicura e decisa!

«Ah beh, se lo dici tu… Ma sei da solo?»

«Sì», rispondo, «In realtà siamo un gruppo, ma per vicissitudini varie non verrà nessuno di loro. Ma non importa, io non sono mai solo (l’avevo giusto appunto qualche ora prima scritto anche sul mio facebook!) e se fosse, non ho paura di esserlo! Porto il mio messaggio in rappresentanza anche loro, orgoglioso e fiero di essere un “Cristiano Arcobaleno”»

E d’altro canto, quando ti guardi intorno nel bel mezzo di un pride, di gente unica e rara che non si vergogna di essere, e di ostentare i propri “eccessi”, se così vogliamo definirli, ne è pieno il piazzale, quindi perché io avrei dovuto vergognarmi di Cristo e della mia fede? Ostentazione anche la mia? Forse, ma sicuramente piena fiducia e fierezza in colui nel quale credo e che credo fermamente fosse lì, con me, in me e in mezzo a tutta quella folla!

Me ne stavo assorto in questi miei pensieri e il mio amico incalza:

«Sai che c’è? Noi siamo un gruppo di atei convinti, di certo non ti rappresentiamo e non ci rappresenti, ma se vuoi puoi unirti a noi»

«Ma a dirla tutta», rispondo ormai sempre più certo del mio scopo e il mio obiettivo nell’essere lì «Io non sono qui a non rappresentare nessuno se non me stesso e Cristo! Quindi, se per voi va bene, sì, mi unisco a voi!»

Il corteo ha inizio: urla festose, balli, fierezza, sorrisi, gioia, colori; l’aria è satura di festa, grinta e determinazione, la stessa con cui tengo alta la mia bandiera di “Cristiani Arcobaleno”.

Non avevamo neppure svoltato l’angolo per salire in strada, che un giornalista mi si affianca, dichiaratamente attratto, manco a dirlo, dalla scritta riportata sulla mia bandiera, per chiedermi in merito alla posizione della chiesa nei confronti del mondo LGBTQIA+

Tra le varie domande che mi pone, una in particolare assume per me peso e valore:

«Non ci trovi una sorta di controsenso, vedi per esempio, nell’ostentazione di corpi quasi completamente svestiti o altri eccessi che qui sfilano, con quello che è o che impone invece la dottrina cristiana? E aggiungo, non credi che questi eccessi possano piuttosto esser controproducenti ai fini dei diritti che si vorrebbe invece vedersi riconosciuti?»

«Se siano controproducenti in merito alla reazione della società e/o della chiesa fatta da uomini e donne non sta a me dirlo, dipende tutto da come il resto della società voglia si ponga e reagisce in merito a ciò, ma da cristiano e per quel che riguarda me, posso dire che vederli tutti qui, ciascuno portando se stesso così com’è, è motivo di festa e di gioia per me, perché anche Dio stesso ci chiede di accostarci a lui così come siamo e il mio messaggio qua in mezzo vuole essere proprio questo: gay o non gay, ateo o credente, chiunque o qualunque persona tu sia, sei prezioso e amato ai suoi occhi, libero di accostarti a lui così come sei.» Aggiungo inoltre: «Anche la chiesa sta cambiando in tal senso, non quella protestante, che lì apriti cielo, nulla si smuove, piuttosto ti fanno scappare e parlo da protestante, ma la chiesa cattolica, per esempio, pare stia cercando e attuando un approccio diverso nei confronti delle persone LGBTQIA+ e, avvalendosi anche di biblisti e studiosi degli usi e costumi del tempo, mira a risalire alle origini delle parole usate nelle Sacre Scritture per definire “certi atteggiamenti” e del loro reale ed effettivo significato che ne stravolge ogni senso erroneamente adottato fino ad oggi»

Il percorso è lungo e tanti e tante giovani presenti continuano a fermarmi nella mischia per poter fotografare la mia bandiera: una vera novità l’esistenza di “Cristiani Arcobaleno” nel bel mezzo di un pride e tanta voglia di chiedere e voler sapere; altri/e si limitavano semplicemente a indicare e dire con stupore: «Ma c’è scritto “Cristiani Arcobaleno”!».

E quando qualcun* mi ha chiesto: «Ma non ti si è stancato il braccio a tenerlo così alto per tutto questo tempo?» «Assolutamente no!» è stata la mia risposta, «Potrei continuare a sventolarla per molti altri km ancora», ché, a differenza di Mosè nel racconto dell’Esodo, io non avevo chi mi reggesse le braccia, ma la mia bandiera doveva sventolare alta!

Qualcuno sostiene che la croce esiga cambiamento! Io oso asserire che secondo la Bibbia, la croce non esige un bel niente se non l’immolazione di un Agnello purissimo e senza macchia, e questa sua esigenza si è compiuta col sacrificio di Cristo. Ecco, la croce è compimento, non esigenza o pretesa di alcunché

La croce è un “Tutto è compiuto” urlato dal Cristo morente, che con quelle mani aperte abbraccia l’intera umanità, un “tutto è compiuto” che ha valore per chiunque, anche per le persone LGBTQIA+.

Un “tutto è compiuto” che però il mondo LGBTQIA+ non vede ancora realizzarsi nel riconoscimento dei propri diritti e che la chiesa non si può permettere di sminuire o negare in alcun modo!

Tutto è compiuto! È tempo che anche la Chiesa ne prenda atto!

Non si tratta di “accettazione”; nella casa del Padre, nessuno deve “accettare” nessuno, ma si tratta di “diritto” ad essere, ad esserci, al pari di chiunque altro!

Non “ospite o spettatore” ma figlio a pieno titolo!

Nel frattempo, “è compiuto” il mio primo pride.

Fiero e orgoglioso di aver portato Cristo e i Cristiani Arcobaleno nel pride di Reggio Calabria, orgoglioso e fiero di essere io stesso un “Cristiano Arcobaleno”

 

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